Programmando a distanza
Se mi domandassero quale è il verbo o concetto che ho ripetuto di più nella mia vita, questo sarebbe sicuramente programmare. Negli anni questo verbo nella mia vita ha assunto concetti e ruoli diversi: Ribellione, affermazione, serenità. Stamattina Apple ha annunciato l’arrivo della WWDC, giorno 7 Giugno, titolando l’evento…lontani programmiamo. È un evento come ogni anno. e come l’anno scorso, questo evento si terrà in remoto a causa dei problemi legati al COVID a cui tutti oramai siamo assuefatti. Ma quest’anno l’evento assume una maturità diversa. C’è stato tutto un anno per prepararsi a questo nuovo format ed anche i contenuti sembra che siano all’insegna della maturità. La locandina proposta da Apple, lascia intendere dei particolari davvero interessanti. Negli occhi riflessi sui monitor dei volti raffigurati, si scorgono date e linee di codice che si prestano bene a delle interpretazioni abbastanza concrete. Si leggono tre emoji: un piatto con coltello e forchetta, la faccina che dorme …ed un macbook…. ci sono tanti modi per interpretare la frase away we code e quei tre emoji. I sognatori pensano ad una versione di Xcode che simboleggi la programmazione ubiqua: a letto o mentre si mangia….magari con iPad. L’interpretazione più accreditata però è quella dellla rappresentazione di uno status quo diverso in cui a differenti ore del giorno e della notte (a causa dei fusi orari) persone diverse saranno accomunate dallo stesso obiettivo: programmare. I rumors in giro in queste settimane vogliono anche la presentazione dei nuovi macbook pro dotati di caratteristiche da capogiro proprio per una classe di utenti tanto cara ad Apple: i programmatori. Insomma, quest’anno come non mai o come sempre, questione di punti di vista, gli sviluppatori saranno al centro del futuro di Apple. E programmare sarà ancora una volta un verbo pieno di significato nella vita di tutto noi.