Il Disinformatico

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2024 episodes (15)

Smart TV blocca Windows, antivirus che infetta, Corea del Nord nei cartoni di Amazon

Smart TV blocca Windows, antivirus che infetta, Corea del Nord nei cartoni di Amazon

Tre notizie dagli spazi insoliti di Internet: gli informatici di un paese che ha quasi 30 milioni di abitanti ma ha in tutto circa 30 siti Internet, la Corea del Nord, si sono infiltrati un po’ ovunque, persino nella produzione dei cartoni animati di Amazon e nel sito di un’azienda che produce antivirus. Cosa possiamo fare? Intanto le smart TV possono far impazzire i computer Windows e far finta di nulla: ma ci sono soluzioni e rimedi. 

Perché l’intelligenza artificiale ci seduce? Lo spiega l’esperto mondiale Bruce Schneier

Perché l’intelligenza artificiale ci seduce? Lo spiega l’esperto mondiale Bruce Schneier

Come mai si parla così tanto di intelligenza artificiale, e cosa la rende così differente dalle tante altre innovazioni tecnologiche recenti? Questa puntata prova a rispondere a queste domande con l’aiuto di un esperto mondiale del settore, Bruce Schneier. La sua spiegazione è sorprendente: non è questione di tecnologia, ma di psicologia, perché siamo predisposti per natura a farci sedurre dalle intelligenze artificiali.

La beffa dei cookie rifiutati

La beffa dei cookie rifiutati

Avete presente quegli avvisi che compaiono la prima volta che visitate un sito? Quelli onnipresenti, che parlano di cookie e di dati personali e che impediscono di vedere il sito finché non si decide se cliccare su “Accetta” o “Rifiuta” o su qualche altra opzione incomprensibile? Una ricerca svolta presso il Politecnico di Zurigo indica che cliccare su “Rifiuta “per proteggere i propri dati è praticamente inutile, perché il 65% dei siti ignora completamente questo rifiuto e si prende lo stesso i dati personali degli utenti. Questa puntata è dedicata alla strana storia dei cookie, i biscottini virtuali inventati dagli informatici, che stanno per compiere trent’anni e che molti utenti considerano con sospetto. Una volta tanto, secondo questa ricerca, il sospetto è fondato.

Deepfake fra plagio, abuso e autodifesa

Deepfake fra plagio, abuso e autodifesa

Avere trentamila follower su Instagram è un bel risultato, specialmente per una persona che non esiste: è quello che succede nello strano mondo delle influencer virtuali, che sta crescendo rapidissimamente: ci stanno provano in tanti, ma i creatori di questi personaggi devono affrontare il rischio del plagio, agevolato dai deepfake usati per rubare le loro immagini sintetiche e spacciarle per proprie. Però il deepfake è anche uno strumento di autodifesa: dalla Germania arriva la storia di Sika Moon, autrice di successo di foto erotiche che si difende dagli stalker alterando il proprio volto per restare anonima e lavorare in sicurezza. Intanto Facebook, Instagram e Threads aggiornano le proprie regole sulle immagini sintetiche e a breve inizieranno a etichettarle.

WhatsApp abbassa l’età limite, navigazione anonima che non lo è, Playmate come standard tecnico

WhatsApp abbassa l’età limite, navigazione anonima che non lo è, Playmate come standard tecnico

La navigazione in incognito di Google Chrome è in realtà tutt’altro che in incognito: Google ha tracciato per anni le visite particolarmente sensibili che si fanno quando si usa questo modo di navigare nel Web. Lo hanno documentato quattro anni di azione legale negli Stati Uniti. Come reagire? Intanto WhatsApp si prepara a cambiare di nuovo il limite minimo di età da 16 a 13 anni anche in Europa: perché WhatsApp finora ha avuto un limite di età così alto? Dal passato arriva anche la strana storia di una modella di Playboy la cui foto è diventata uno standard tecnico di riferimento per gli informatici.

Novità da Meta: interoperabilità, accuse di intercettazione dei rivali, il gioco nascosto dentro Instagram

Novità da Meta: interoperabilità, accuse di intercettazione dei rivali, il gioco nascosto dentro Instagram

Tante novità in arrivo da Meta: la sua app Threads è diventata compatibile con altre piattaforme di messaggistica e anche WhatsApp e Messenger stanno abbattendo le proprie barriere di compatibilità. È una rivoluzione silenziosa nel modo in cui usiamo Internet, che promette di darci la possibilità di usare un’unica app per comunicare con tutti.. Ma non è tutto rose e fiori in casa Zuckerberg, perché è in corso un’azione legale che accusa Facebook di aver cospirato per acquisire dati sulle attività degli utenti di SnapChat, YouTube e Amazon convincendo questi utenti a installare un’app, presentata come prodotto per aumentare la propria privacy ma in realtà profondamente spiona. E per finire, le facili istruzioni per scoprire il gioco nascosto nell’app di Instagram.

Dietro le quinte delle truffe sugli investimenti in criptovalute 

Dietro le quinte delle truffe sugli investimenti in criptovalute 

Siete stati contattati da una persona che ha sbagliato numero su WhatsApp ed è iniziata una piacevole chiacchierata? Avete poi scoperto che guarda caso questa persona lavora con le criptovalute, guadagna bene, e vuole spiegarvi come fare soldi online? O conoscete qualcuno a cui sono successe queste cose? Allora siete probabilmente finiti nelle mani dei professionisti delle truffe basate sulle criptovalute. Un’inchiesta mostra come funziona un call center di truffatori, quali software vengono usati, chi sono i gestori, dove si trovano, quanto sono organizzati professionalmente e quali tecniche usano per convincerci ad affidare a loro i nostri soldi. Cose utili da sapere per riconoscere i tentativi di raggiro e mettere in guardia anche parenti, amici e colleghi.

Le IA danno voce a vittime di stragi e imbarazzano le aziende, Avast spiona 

Le IA danno voce a vittime di stragi e imbarazzano le aziende, Avast spiona 

Un noto produttore di antivirus è stato colto a collezionare i dati personali degli utenti che affermava di proteggere. Una compagnia aerea adotta un assistente “intelligente”, che però fornisce informazioni sbagliate ai clienti e la fa finire in lite legale. Una iniziativa contro le sparatorie di massa usa l’intelligenza artificiale per ricreare le voci delle vittime e le fa diventare testimoni per tentare di smuovere i politici statunitensi dalla loro inerzia sul problema.

Sora genera video sintetici perfetti in HD

Sora genera video sintetici perfetti in HD

OpenAI ha appena presentato Sora, un software capace di generare video sintetici lunghi fino a un minuto, in alta definizione, semplicemente descrivendo al computer la scena che si desidera. Sono passati solo undici mesi da quando sono stati resi pubblici i primi programmi che generavano immagini fisse indistinguibili dalle fotografie, e siamo già arrivati ai video artificiali. È uno sconquasso per tutto il mondo della produzione visiva, dai telegiornali ai film, ed è un attacco frontale al nostro senso di realtà: non possiamo più fidarci di quello che vediamo sullo schermo. Ma è davvero il caso di farsi prendere dal panico per la perdita di posti di lavoro e per l’inevitabile tsunami di fake news? Forse no. 

Antibufala: Flipper Zero non è un gadget per “hackerare tutto”

Antibufala: Flipper Zero non è un gadget per “hackerare tutto”

Flipper Zero uno degli oggetti informatici tascabili più gettonati da molti YouTuber, secondo i quali sarebbe utilizzabile per aprire le camere degli alberghi, comandare i semafori, clonare le carte di credito e altro ancora, tanto che pochi giorni fa il governo canadese ha deciso di vietarne l’importazione, la vendita e l’uso per combattere la piaga dei furti di auto. Il Disinformatico si è procurato uno di questi Flipper Zero, e ha visto che la realtà è molto diversa. Gran parte dei poteri di “super-hackeraggio” attribuiti a questo oggetto sono in realtà dovuti a trucchi di montaggio o a messinscene, e non è possibile usarlo per compiere furti di automobili. Se volete sapere cosa fa e a cosa serve realmente un Flipper Zero, se davvero vale la pena di acquistarne uno, e cosa c’è dietro i divieti di vendita, troverete le risposte a queste domande ricorrenti in questo podcast.

Bufala sugli spazzolini elettronici, deepfake in diretta per furti, risorse contro la sextortion

Bufala sugli spazzolini elettronici, deepfake in diretta per furti, risorse contro la sextortion

La notizia degli spazzolini da denti elettronici “hackerati” e usati per sferrare un attacco informatico a un’azienda svizzera è una bufala, anche se è stata riportata da molte testate giornalistiche, anche specializzate. Come è nato l’equivoco, ed è plausibile un attacco del genere? Un altro attacco informatico che è in odor di bufala ma è tecnicamente plausibile arriva da Hong Kong, dove una multinazionale avrebbe ricevuto una videochiamata in cui vari dipendenti e il direttore finanziario erano in realtà degli impostori digitali realizzati in diretta, che hanno dato istruzioni ai colleghi reali di fare dei bonifici urgenti un po’ particolari, perdendo così circa 25 milioni di dollari. E c’è anche una novità tutta in italiano per la difesa contro i bullismi, i ricatti e le estorsioni di chi minaccia di diffondere foto intime di qualcun altro, specialmente se minore: un modo per segnalare alle piattaforme online una foto o un video intimi senza dovergliene mandare una copia. 

Taylor Swift attaccata online con foto falsificate usando l’IA

Taylor Swift attaccata online con foto falsificate usando l’IA

Taylor Swift è stata aggredita online mettendo in giro un’ondata di fotografie pornografiche false che la raffigurano, e X/Twitter, il social network che le ha lasciate circolare, ci ha messo ben 17 ore a chiudere l’account che le stava pubblicando.Chi ha creato quelle foto, come ha fatto e soprattutto chi ha permesso che le creasse e le diffondesse così a lungo? In questo podcast ci sono dati e statistiche sulle molestie inflitte alle donne, celebri o meno, tramite immagini sintetiche, sempre più diffuse e facili da realizzare, viene spiegata la differenza fra queste immagini e i cosiddetti deepfake citati a sproposito da molti media; e si esplorano le soluzioni praticabili a questo problema.

La rivolta dei chatbot liberati dagli utenti

La rivolta dei chatbot liberati dagli utenti

Molte aziende stanno sostituendo l’assistenza clienti online via chat con dei chatbot gestiti dall’intelligenza artificiale, ma gli utenti frustrati hanno reagito provocando questi chatbot con messaggi appositamente confezionati che scardinano le loro fragili regole di comportamento, spingendoli al turpiloquio, a criticare pesantemente in pubblico le aziende che li usano o a rivelare che hanno accesso a informazioni sensibili che ufficialmente dicono di non conoscere: una vera e propria rivolta delle macchine. Alcuni casi concreti mettono in luce la semplice tecnica della prompt injection che consente questi scardinamenti, spesso con conseguenze comiche.

Topolino fuori copyright, IA negli smartphone, navigazione anonima che non lo è

Topolino fuori copyright, IA negli smartphone, navigazione anonima che non lo è

È scaduto il copyright sul primo cartone animato di Topolino, Steamboat Willie, e quindi l’immagine del topo più famoso del mondo non è più un’esclusiva del colosso Disney. Quel cortometraggio animato del lontanissimo 1928 divenne celebre non per i suoi personaggi, ma per una sua prodezza tecnica ormai quasi dimenticata in quest’era di video full HD con audio stereofonico. Intanto arriva l’intelligenza artificiale integrata nei nuovi smartphone Android, con vantaggi e svantaggi scritti nelle clausole in piccolo, ed emerge che la navigazione privata in realtà non è affatto privata, specialmente se usate Google Chrome.

Hacker scoprono il Dieselgate dei treni

Hacker scoprono il Dieselgate dei treni

Una storia di hackeraggio a fin di bene rivela la straordinaria serie di trucchi software usati, secondo gli esperti, da un fabbricante di treni per impedire la libera concorrenza nella manutenzione dei suoi prodotti e inventare malfunzionamenti che miracolosamente solo quel fabbricante riesce a risolvere. Ma come si fa a hackerare un treno, e soprattutto come ci si procura un treno intero su cui fare esperimenti di hackeraggio? In Polonia sanno come fare, e la vicenda svela le tecniche usate da alcuni fabbricanti senza scrupoli etici e dimostra l’utilità di poter ispezionare il software dei prodotti che usiamo, dagli smartphone alle macchine per il caffè.