Tre notizie dagli spazi insoliti di Internet: gli informatici di un paese che ha quasi 30 milioni di abitanti ma ha in tutto circa 30 siti Internet, la Corea del Nord, si sono infiltrati un po’ ovunque, persino nella produzione dei cartoni animati di Amazon e nel sito di un’azienda che produce antivirus.
Come mai si parla così tanto di intelligenza artificiale, e cosa la rende così differente dalle tante altre innovazioni tecnologiche recenti? Questa puntata prova a rispondere a queste domande con l’aiuto di un esperto mondiale del settore, Bruce Schneier. La sua spiegazione è sorprendente: non è questione di tecnologia, ma di psicologia, perché siamo predisposti per natura a farci sedurre dalle intelligenze artificiali.
Avete presente quegli avvisi che parlano di cookie e di dati personali e che impediscono di vedere il sito finché non si decide se cliccare su “Accetta” o “Rifiuta” o su qualche altra opzione incomprensibile? Una ricerca svolta presso il Politecnico di Zurigo indica che cliccare su “Rifiuta “per proteggere i propri dati è praticamente inutile, perché il 65% dei siti ignora completamente questo rifiuto e si prende lo stesso i dati personali degli utenti.
Tante novità in arrivo da Meta: la sua app Threads è diventata compatibile con altre piattaforme di messaggistica e anche WhatsApp e Messenger stanno abbattendo le proprie barriere di compatibilità. È una rivoluzione silenziosa nel modo in cui usiamo Internet, che promette di darci la possibilità di usare un’unica app per comunicare con tutti.
Un noto produttore di antivirus è stato colto a collezionare i dati personali degli utenti che affermava di proteggere. Una compagnia aerea adotta un assistente “intelligente”, che però fornisce informazioni sbagliate ai clienti e la fa finire in lite legale.
OpenAI ha appena presentato Sora, un software capace di generare video sintetici lunghi fino a un minuto, in alta definizione, semplicemente descrivendo al computer la scena che si desidera. Sono passati solo undici mesi da quando sono stati resi pubblici i primi programmi che generavano immagini fisse indistinguibili dalle fotografie, e siamo già arrivati ai video artificiali.
Flipper Zero uno degli oggetti informatici tascabili più gettonati da molti YouTuber, secondo i quali sarebbe utilizzabile per aprire le camere degli alberghi, comandare i semafori, clonare le carte di credito e altro ancora, tanto che pochi giorni fa il governo canadese ha deciso di vietarne l’importazione, la vendita e l’uso per combattere la piaga dei furti di auto. Il Disinformatico si è procurato uno di questi Flipper Zero, e ha visto che la realtà è molto diversa.
Taylor Swift è stata aggredita online mettendo in giro un’ondata di fotografie pornografiche false che la raffigurano, e X/Twitter, il social network che le ha lasciate circolare, ci ha messo ben 17 ore a chiudere l’account che le stava pubblicando.
Molte aziende stanno sostituendo l’assistenza clienti online via chat con dei chatbot gestiti dall’intelligenza artificiale, ma gli utenti frustrati hanno reagito provocando questi chatbot, spingendoli al turpiloquio, a criticare pesantemente in pubblico le aziende che li usano o a rivelare che hanno accesso a informazioni sensibili che ufficialmente dicono di non conoscere: una vera e propria rivolta delle macchine.
È scaduto il copyright sul primo cartone animato di Topolino, Steamboat Willie, e quindi l’immagine del topo più famoso del mondo non è più un’esclusiva del colosso Disney. Intanto arriva l’intelligenza artificiale integrata nei nuovi smartphone Android, con vantaggi e svantaggi scritti nelle clausole in piccolo.
Bufale della rete, truffe e virus... non ci sono segreti per il Disinformatico!
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